domingo, 31 de agosto de 2008

Se me antoja

Se me antoja, desde ayer, será que llueve, será que llega el més del principio...
Se me antoja bajo el agua, justo sobre un coche, como dices...
Se me revuelven las ideas, dentro, y afuera, siento que solo puedo abrir y cierrar libros como parpedeando la vida mientras me siento en un cristal.
Por lo menos descubro que puedo jugar con las palabras en otra lengua, y el orgullo sale dando golpes.
Comparto, entonces, espero que se permita, es que nunca entiendo donde quieren ir con estos derechos del autor. ¿A caso no es donar el fin de nuestro oficio? Yo creo que sí. Cuantas más devastaciones, más habrá que donar.

En Trieste hay un lugar, donde es muy dificil leer un poema. Pues este se escribió allí. Christian, realmente, es muy bello. Nunca te lo dije. Pues ahora lo comparto. (Y los que quieren, aprendan triestino...)

Ghe xe un jazz kleb
che sona musiche inzenociade
su quel schizo de passion de ogni omo
che come un fià
vien fora del cosmo.
Qualchedun ghe disi che no ghe piasi,
un altro se ciama fora,
un altro 'ncora discuti del'ora;
chi xe zito, e no pensa.
"Sta zito, bevite sta bira!"
me disi l'angel che xe sentà con un mezin
de vin sula tola,
gambe incrosade, peto squarcià
nela camisa. "A mi te me disi,
che devo parlar, dir la mia
come tuti"."Zito!" l'angel
tira fora una pergamena, lustra.
E no xe scrito gnente ghe digo.
"Mona" me disi lu' "xe de far".

Ziti ziti se metemo a masinar
e mi ghe scrivo dela rede che no ga materia
e lu' me conta che xe in questo e in quel paese
sconta in un buso..."Buso,
'lora te me ciapi pe'l cul
vecio rincoionì de un angel!
Se xe in questo e in quel
no po'l esser in un,
ma in tanti!" "Ma tanti cossa!
Xe fora per fora, oltre per oltre!"
Ghe domando scusa: 'l xe un angel,
gnanca 'l Cristo devi saver le robe che sa lu',
gnanca 'l Dio, la Madona,
co'sto peto squarcià che no sanguina
che te ghe po'l meter la man drento
e rigirarla, disbratar, farghe mal
ma no'l senti, no'l senti.

Semo qua
de tre giorni
fermi
co'sta pergamena che sona
un jazz de vento, la bora.
Riva la muleta, la porta
'l vin rubado
a quel che disi che no ghe piasi,
a quel'altro che se ciama fora,
a chi discuti del'ora;
a chi xe zito, e no pensa.

Christian Sinicco - Passaggio di un angel di Franco Loi in un jazz club di trieste

Il carattere triestino, poi, è strano. Ma non tanto, nemmeno tanto se ci pensiamo bene. Per chi può, perchè non voglio tradurre, non ora almeno, ditemi che vi sembra questa. (In Sonora i bar sono enormi e rumorosi, credo sia difficile recitarci poesie quando è l'ora degli ubriachi, ma non è detto, tutto è nel carattere forse... e poi non racconta di questo la meraviglia che segue, e a me almeno piace per come incalza il ritmo con le parole, associando suoni e significati).

Porque estoy, porque sigo,

porque he sido,

porque todo me viaja, me indica, me subsiste

y el viejo corazón pulsa su herida;

porqué médulamente,

frumental,

incombusto,

me doy, calmo, me pueblo,

me complico, me encubro, me encolmeno,

y porque el canto está

y es éste,

es esto,

esto que ama,

- que eres, dí, corazón, eres el aire?

eres el sol del aire del estío? -

es que de esta manera mi niñez,

mi adolescencia pálida, mi culpa nueva, mi juventud

pide merced

para cantar.

Abigael Bohórquez - Merced

Y que más? Agosto se va, falta una hora. Io mi rinnovo. Mi riguardo. La vita è ciò che ci capita mentre siamo impegnati a fare altri progetti.

jueves, 28 de agosto de 2008

doni e devastazioni

Non ho mai capito perchè, ma alcune tra le migliori me le lasciano sempre fuori dalle pubblicazioni web... così... devo cercarmi un editore di quelli antichi... ah la buona carta stampata... almeno io adesso mi rileggo e mi piaccio... che edonista... eppure quello che importa di più è riuscire a passare... andare avanti... tutto questo mi ricorda donne ormai lontane... tanto... e quanti anni sono passati? qual'è il segreto di questo tempo nascosto?


DONO DI NOTTE ALLE TUE CURVE DA BAMBINA SOTTO LE COPERTE

Di nuovo sopita
lasciata ogni forma oltre
sospinta
la vita di cui ogni giorno mi dimentico
eppure
riscoprendo le tue curve sotto il lenzuolo
e vedendo attento
vedendo ancora
vedendo bene
attraverso
oltremodo sospinta
la verità pervade il tutto
tutto ciò che ora circonda
tutto ciò che di fatto ora è
in questo ottenebrante silenzio
in questo tutto pervaso
irrompe la strada
la combatto
la lascio
ci striscio strenuamente sopra
ad essa mi rimetto comunque convinto
so che le nuove paure incontreranno terreno roccioso
arido
ci difenderemo
nel nome di quell’intimo incontro
magico
che rappresenta ciò che del mondo appena ci è rimasto

donare il tempo







Sarebbe una bella lettura il libro di Derrida in questo momento. Purtroppo mi lascio travolgere come sempre dalla bellezza e travolto ricomincio ad andare a caso, cercando qualcosa nel buio, come accecato, come perso nell'enigma del tempo.


L'anno dell'attesa... Questo è l'anno delle attese che non cessano, dei tempi dilatati... Mi fa bene, però, il concentrarmi su me stesso, rileggermi, ritrovarmi dopo tanto tempo ancora lì, adolescente dirà qualcuno, cercatore dico io, a meravigliarmi per un verso o ad innamorarmi di un disegno.


Pubblicherò una poesia e lascerò andare finalmente qualcosa... qualcosa (qualcuno) che prenderà presto strade dai contorni sfumati ma leggeri, come se il fuoco fosse sullo sfondo, come se il muoversi fosse sempre questo tentare, questo imparare poco a poco. Come qui, con la telecamera...come qui in ginocchio per donare la propria piccola bellezza, la capacità di emozionarsi... grazie...




viernes, 22 de agosto de 2008

quattro ora a chatila - parte 4

scusate mi ero dimenticato un pezzetto...

jueves, 21 de agosto de 2008

quattro ore a chatila - parte 5

Sembra che alla fine ci siamo... buon divertimento!


...viva là e po' bon...

quattro ore a chatila - parte 3

Ecco la terza parte... Fabri, anche se non sei molto "tecnologico"... dimmi che te ne pare qui...

Franci, sei stata proprio brava nel girarlo e montarlo, grazie!

Y tu... cuanto me hubiera gustado que estuvieras allí... que me vieras.... disfrutando...

quattro ore a chatila - parte 2

Aquí va la segunda parte... faltan dos más...

miércoles, 20 de agosto de 2008

quattro ore a chatila - parte 1

Era de tempo che desideravo interpretare Jean Genet ricordandone la tragica visita ai campi di Sabra e Chatila, dove i falangisti libanesi massacrarono con la connivenza dell'esercito israeliano centinaia di palestinesi ivi rifugiati. Fabrizio Maurel scrisse per me questa performance, che è per così dire una prova generale di un progetto che continuerà. L'azione si è tenuta a Barcelona, martedì 12 agosto, per 8 spettatori, nell'ambito di Closer - un progetto di Teatro EDO con la collaborazione della Regione Friuli Venezia Giulia. Closer, viaggio sullo sfondo, incontro tra teatro, poesia, cinema e viaggiatori, durerà fino a dicembre con varie rappresentazioni di microteatro in varie città italiane.

E per il resto... è giunta l'ora di darvi questo indirizzo, altrimenti nessuno vedrà che diavolo scrivo e metto qui... non proprio nessuno a dire il vero.... una persona già lo conosce... un beso norteña... esperando de poder besarte en tu blog, y aún más, en realidad...



martes, 5 de agosto de 2008

Michi Panero

No hago más que escuchar la canción de Nacho Vegas que se ispira en la vida de ese dandy español...así que decido investigar más y descubro las peliculas que hablan de el: El desencanto y Después de tantos años. En el mientras agosto incalza rapido y rapido intento seguir este tiempo robado a la nada de un verano vació... El trabajo me llena y me cansa... Las visitas de algún amigo me alegran y al mismo tiempo me hacen reflexionar sobre donde debería de estar ahora o más bien donde me gustaría más estar ahora... Las noches guireñas barcelonesas no se parecen demasiado a la madrid de los 70 pero tal vez engañando la memoria... así que pienso jugar algunos dias a la transfiguración de los lugares y de los tiempos... en un bar donde me espera una linea sutil que debe de recorrer meses y quilometros empezará un evento singular... el teatro me impone ya una nueva mascara... ya sé que no se entiende nada de esto...esperar....esperar...

lunes, 4 de agosto de 2008

16 años

Y este es mi primer poema... tampoco suena tan ridiculo...

Ho un segno rosso
Sulla mia giacca di pelle nera
Ho un mondo nero di follia
Quando avanzo lungo il corridoio buio della mia esistenza
Ho un braccialetto di perle
E paura di morire
Quando richiusero le sbarre
Sedetti nella cella
Accarezzavo la lama di un rasoio
Non ho più la forza di leggere i miei pensieri
Ho le mani in tasca e voglia di una puttana
Voglio bere l'amaro calice fino in fondo
Ho quattro mura dove sbattere la testa
E non ho più un cuore
Ma ho solo il cervello divorato dai vermi
Da bambino avevo un cane
E un orsacchiotto di pezza
Ora vagabondo per le strade di un'allucinazione perversa
E sento la fine del sogno
Ho un fazzoletto di lana vergine
E la lettera che ti ho appena scritto
Non ho più la forza
E ho solo la mia mente malata
Aspetto l'arrivo del Sommo
E la fine dei sogni
Aspetto la signora di fronte
E l'ambulanza con le sirene
Aspetto l'arrivo di un prete
E l'infrangersi dei sentimenti
Vorresti sapere
Che cosa c'è dietro la curva amico mio?
C'è solo la fredda essenza dell'anima
Se vuoi guardare di nuovo
In questi occhi gelidi
Devi solo togliermi la maschera
Se vuoi vedere nella nebbia
Devi portarmi con te
Pechè ho una sigaretta in bocca
E un groppo in gola
C'è il telefono che squilla
La macchina del tempo e il siero della vita
Ci hanno fottuti amico!
Non credi
Che ci abbiano fottuti?
Massimo Palme - La fine del sogno


domingo, 3 de agosto de 2008

estate


Massimo Palme - L'anima dell'acciaio ovvero la necessità del caso


Domingo, Barcelona se llena de guiris, el calor y la humedad se hacen insostenibles. Mirar películas parece la salvación, aunque no pueda ganar los recuerdos que me hacen vibrar. Así empieza esto, con un recorrido en el pasado, un largo recorrido que espero tramite emociones a los que quieran entrar dispuestos a tocar la intimidad. Antigua poesía para recorrer tiempos-espacios, para llenar esos vacíos. Recuerdo mi primer poema, han pasado 16 años, entonces tenía justo 16. Así que estoy a medio camino. ¿Quién no robó un libro en su vida? ¿Da alguna forma, la que sea? Lo que robé yo me marcó para siempre. Abrirlo ahora es mezclar demasiado, es tan fuerte el pasado que se apadrona de mí que solo puedo escuchar, y con esfuerzo, transcribir.

They flutter behind you your possible pasts
Some brighteyed and crazy some frightened and lost
A warning to anyone still in command
Of their possible future to take care
In derelict sidings the poppies entwine
With cattle trucks lying in wait for the next time

Do you remember me? How we used to be?
Do you think we should be closer?

She stood in the doorway the ghost of a smile
Haunting her face like a cheap hotel sign
Her cold eyes imploring the men in their macs
For the gold in their bags or the knives in their backs
Stepping up blodly one put out his hand
He said, "I was just a child then now I'm only a man"

Do you remember me? How we used to be?
Do you think we should be closer?

By the cold and religious we were taken in hand
Shown how to feel good and told to feel bad
Tongue tied and terrified we learned how to pray
Now our feelings run deep and cold as the clay
And strung out behind us the banners and flags
Of our possible pasts lie in tatters and rags

Do you remember me? How we used to be?
Do you think we should be closer?


Pink Floyd - Your Possible Pasts