sábado, 8 de mayo de 2010

1 de mayo de 2007

Un poema de hace un par de años...

TUTTE LE VOCI ESPLOSE

(assomigliando a un diario di cuore aperto e sminuzzato)


Il primo maggio è la festa del lavoro
ma intorno scorre il consumo
tutti diversi eppure tutti uguali
i giovani universitari
inneggiano agli africani e agli operai
loro certo vorrebbero essere operai
africani
o se possibile tutti e due

l’Italia riparte dal lavoro
il lavoro sacrosanto
quello di Claudia Gerini
e del suo mutuo da pagare
quello di chi a Sanremo certo c’è andato da benefattore
oppure il lavoro che nobilita
dove sai che per la tua sicurezza sta lottando Epifani
degno degnissimo
finchè una poltrona di memoria cinese non lo porti lontano
dallo strenuo impegno
umanitario

lavoratori! africani!
guardate che bella Roma senza traffico!
è certo possibile azzardare un accostamento
tra Veltroni e Mandela
non farà poi più schifo della pubblicità dei ringo boys
oppure ricordare l’inutilità della polizia
a proteggere i motorini ci sono i giusti carabinieri
lavoratori
la salvezza del sud

e allora andiamo!
lavoratori!
uomini di questo sud che sacrosantemente richiede!
venite a noi e vi verrà dato: basta una firma
per cambiare l’Italia
certo
una firma per prendere le distanze dai contestatori
da chi scarica la musica
da chi studia
che so
diritto
pretendendo anche che serva a qualcosa


lavoratori!
in piazza San Giovanni i giovani vi celebrano
mamma, papà che arrotondate in nero
guardate che bello
l’ho tutto ripreso con la mia nikon digitale
ci sono gli africani a darci le birrette
ma a due euro non gliele compro nemmeno
ci sono i santi ad osservarci
a noi così volgari
a noi così blasfemi
così atei
così indifferenti

oggi due morti sul lavoro
la tossica caduta dall’albero
invece
la portano via nel silenzio
tra molti sguardi curiosi
è viva?
è morta?
lo spettacolo continua
tocca a Irene
tra Springsteen e Patty Smith
guarda un po’

ci sono studenti d’arte
architettura
cinema
sanno benissimo che non hanno futuro
che il loro futuro se lo sono già mangiato
ma non gli importa

ai baracchini dove
lentamente sciama il popolo passata la mezzanotte
qualcuno si frega le mani
meritava
certo
lavorare
per la festa del lavoro

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